OncoPneumologia: Pneumologia Oncologica
Lo studio di fase III AURA3 ha raggiunto l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto al trattamento standard con doppietta chemioterapica a base di Platino.
Lo studio randomizzato AURA3 ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Osimertinib come trattamento di seconda linea in oltre 400 pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) positivo alla mutazione T790M del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFR ), localmente avanzato o metastatico, la cui malattia è progredita in seguito alla terapia di prima linea a base di inibitori della tirosin-chinasi ( TKI ) dell’EGFR.
Osimertinib ha inoltre dimostrato un profilo di sicurezza in linea con quello dei precedenti studi.
Oltre alla sopravvivenza libera da progressione, il tasso di risposta obiettiva ( ORR ), il tasso di controllo della malattia ( DCR ) e la durata mediana di risposta ( DoR ) hanno conseguito un miglioramento clinicamente significativo rispetto alla chemioterapia.
È in corso una valutazione completa dei dati dello studioAURA3, inclusa l’analisi della sopravvivenza globale ( OS ).
L’eleggibilità al trattamento con Osimertinib dipende dalla conferma della presenza della mutazione T790M in EGFR nelle cellule tumorali.
Osimertinib, in compresse da 80mg da assumere una volta al giorno, è il primo farmaco indicato per il trattamento dei pazienti adulti con tumore al polmone non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico positivo alla mutazione T790M di EGFR. Osimertinib è un inibitore EGFR irreversibile, disegnato per inibire il meccanismo di resistenza generato dalla mutazione T790M.
Il tumore al polmone è la principale causa di morte per cancro sia negli uomini, sia nelle donne, rappresentando circa un terzo di tutti i decessi per tumore e più di quelli per tumore al seno, alla prostata e al colon-retto insieme.
I pazienti affetti dalla forma di tumore al polmone non-a-piccole cellule EGFRm, che si verifica nel 10-15% dei pazienti affetti da NSCLC in Europa e nel 30-40% dei pazienti affetti da NSCLC in Asia, sono particolarmente sensibili al trattamento attualmente disponibile con EGFR-TKI, che blocca i meccanismi di trasduzione del segnale che guidano la crescita delle cellule tumorali1. Nonostante questo, i tumori sviluppano quasi sempre una resistenza al trattamento, portando a una progressione della malattia.
In circa due terzi dei pazienti trattati con EGFR-TKI approvati, come Gefitinib ( Iressa ) ed Erlotinib ( Tarceva ), questa resistenza è causata dalla mutazione secondaria T790M13. ( Xagena )
Fonte: AstraZeneca, 2016
Xagena_OncoPneumologia_2016